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Assicurazioni, Garante Privacy: ok a nuova banca dati contro le frodi

Sì alla nuova banca dati dell’Ivass contro le frodi nelle assicurazioni. Il Garante Privacy esprime parere favorevole allo schema di decreto per l’istituzione e il funzionamento dell’archivio informatico integrato contro le frodi nel settore. Dai dati raccolti, l’Ivass calcolerà per ogni sinistro un “indicatore di anomalia” sul rischio di fenomeni fraudolenti e lo comunicherà alle compagnie di assicurazione coinvolte.

In base alla bozza di regolamento, predisposto dal Ministro dello sviluppo economico e dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il nuovo archivio sarà istituito presso l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo (Ivass) con lo scopo di fornire dati alle imprese di assicurazione (per la valutazione del livello di anomalia di ogni sinistro e per la loro liquidazione) e agli altri soggetti previsti dal regolamento come autorità giudiziaria e forze di polizia (per finalità antifrode).

L’Ivass raccoglierà in un unico database le informazioni di numerose banche dati come quella dei sinistri, l’anagrafe testimoni e l’anagrafe danneggiati (già istituite presso l’Ivass), della banca dati dei contrassegni assicurativi, dell’archivio nazionale dei veicoli, dell’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida e del PRA (Pubblico registro automobilistico), della banca dati contenente le informazioni relative al ruolo dei periti assicurativi. All’archivio informatico integrato confluiranno anche le informazioni sull’installazione e attivazione delle cosiddette “scatole nere”, raccolte a fini antifrode.

Dai dati raccolti, l’Ivass sarà in grado di calcolare per ogni sinistro un cosiddetto “indicatore di anomalia” sul rischio di fenomeni fraudolenti, per poi comunicarlo alle imprese di assicurazione coinvolte.

Il Garante, prima del via libera, considerando i potenziali rischi per la privacy di un progetto così ampio, ha indicato agli uffici competenti adeguate tutele poi inserite nella bozza di decreto. In particolare il Garante ha richiesto che vengano utilizzati solo dati pertinenti e non eccedenti, oltre che espressamente individuati, rispetto alle specifiche finalità perseguite dall’IVASS con questa iniziativa. Dovranno inoltre essere individuati con precisione tempi e modalità di conservazione dei dati. Particolari misure, infine, dovranno essere adottate per garantire la sicurezza dei dati, anche in fase di trasmissione e conservazione.

Mutui, Abi: col Fondo casa sospese rate a 17 mila famiglie

Da maggio 2013 a giugno 2014 il Fondo casa ha permesso di sospendere le rate dei finanziamenti a oltre 17 mila famiglie, in gran parte dei casi in difficoltà a causa della perdita del posto di lavoro. A breve, invece, verrà lanciato un nuovo Fondo di garanzia per la casa con una dotazione di 600 milioni di euro e priorità alle giovani coppie. Lo ha reso noto l’Associazione Bancaria Italiana.

Dice l’Abi: “In un quadro economico ancora fragile, il “Fondo di solidarietà per l’acquisto della prima casa” si conferma un efficace strumento di welfare: sono 17.278 le famiglie che ne hanno avuto accesso, tra maggio 2013 e fine giugno 2014, sospendendo per 18 mesi il pagamento delle rate del proprio finanziamento, per un controvalore di oltre 1,6 miliardi di euro di debito residuo. Nella grande maggioranza dei casi, 16.136, la ragione per la sospensione è la perdita del posto di lavoro”. I dati sono relativi all’ultimo monitoraggio su questa misura pubblica di raccordo con la moratoria Abi concordata con le associazioni dei consumatori e portata avanti dal 2010: in questi anni, l’iniziativa ha permesso di sospendere il pagamento delle rate dei mutui a 100.000 famiglie, per un controvalore di quasi 11 miliardi di debito residuo. Allo stesso tempo, afferma l’Abi, fra gennaio e giugno 2014 i nuovi finanziamenti per i mutui-casa sono aumentati del 28,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E ci sono novità in arrivo.

Spiega l’Abi: “Per continuare a favorire l’accesso al credito, è previsto a breve il lancio di un’iniziativa ancora più estesa: il “Fondo di garanzia per la casa” controgarantito dallo Stato, che rilascia garanzie fino al 50% della quota capitale dei mutui erogati per l’acquisto o la ristrutturazione per l’accrescimento dell’efficienza energetica degli immobili adibiti ad abitazione principale. Il Fondo, con priorità di accesso per le giovani coppie, coprirebbe il triennio 2014-2016 con un plafond pari a 600 milioni di euro”.

Uova, Efsa: prolungare periodo di conservazione aumenta rischio di salmonella

Attenzione a prolungare il periodo di conservazione delle uova: questo aumenterebbe i rischi di intossicazione alimentare da salmonella. Chiamata dalla Commissione europea a esprimere una valutazione scientifica su possibili sviluppi futuri relativi alla marchiatura della data per le uova, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha messo in evidenza i possibili rischi di intossicazione da salmonella.

Nel dettaglio, gli esperti dell’Efsa si sono concentrati sul rischio per i consumatori causato da Salmonellaenteritidis, batterio responsabile del più alto numero di focolai di infezioni trasmesse da uova nell’Unione europea. Sono state analizzate le conseguenze di un eventuale prolungamento della “data di vendita raccomandata” e della “data di durata minima” per le uova, consumate da sole o come ingredienti di prodotti alimentari. La data di vendita raccomandata è la data ultima in cui i negozi possono mettere in vendita le uova; la data di durata minima è il periodo durante il quale le uova mantengono le loro qualità al meglio, come la consistenza e il sapore. Mentre la data di durata minima compare sulla confezione, la data di vendita raccomandata è un’istruzione destinata al personale dei negozi e non è riportata sull’imballaggio esterno delle uova.

La consulenza scientifica è stata richiesta dalla Commissione europea per ottenere informazioni in vista di qualsiasi sviluppo futuro riguardante la marchiatura della data per le uova, tenuto anche conto del fatto che la scarsa comprensione da parte dei consumatori del significato dell’etichettatura relativa alla data contribuisce agli sprechi di alimenti.

Sostiene l’Efsa: “Se la data di vendita raccomandata per il consumo domestico delle uova viene estesa da 21 a 28 giorni , il rischio d’infezione aumenta del 40% e del 50% rispettivamente per le uova crude e per le uova poco cotte. Nello scenario peggiore, in cui la data di vendita raccomandata è 42 giorni e la data di durata minima è 70 giorni, il rischio è circa tre volte più elevato di quello corrente, sia per le uova crude sia per le uova poco cotte”. Risultati simili si hanno per le uova usate nella ristorazione e solitamente acquistate direttamente dai grossisti.

Per calcolare tali stime, gli esperti dell’Efsa hanno utilizzato un modello quantitativo che ha permesso di confrontare la situazione attuale riguardante la conservazione delle uova nell’Unione europea con i diversi scenari possibili, utilizzando diverse date di vendita raccomandata e date di durata minima. “Se la Salmonella è presente all’interno delle uova, può moltiplicarsi più rapidamente con l’aumento della temperatura e del tempo di conservazione. Tuttavia cuocere completamente le uova riduce il rischio d’infezione”ha detto John Griffin, presidente del gruppo di esperti scientifici sui pericoli biologici. Tenere le uova in frigorifero è l’unico modo di ridurre il maggiore rischio di infezioni dovuto al prolungamento della conservazione. Tuttavia, se la data di vendita raccomandata e la data di durata minima vengono estese oltre le tre settimane, precisa l’Autorità, il rischio aumenta, anche con la refrigerazione nel punto vendita.

Agriturismi.it: in arrivo nuovo sistema di classificazione, 5 girasoli per il top

La presenza di cinque girasoli indicherà il livello qualitativo più alto. Le aziende e le attività agrituristiche saranno presto identificate dal marchio “Agriturismo Italia“, registrato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Lo rende noto Agriturismi.it spiegando che il marchio, che verrà concesso in licenza d’uso alle Regioni e assegnato alle aziende agricole entro il prossimo avvio di Expo 2015, introduce per la prima voltaun sistema nazionale di classificazione degli agriturismi, caratterizzato da una simbologia comune ed omogenea sull’intero territorio italiano.

Spiega il portale: “Sarà più semplice per gli ospiti individuare le caratteristiche dei singoli agriturismi e di conseguenza scegliere al meglio la struttura dove soggiornare. La classificazione introdotta infatti, è affine a quella in vigore per hotel e campeggi, e attraverso la simbologia del girasole, prevede cinque categorie di riferimento. Tra i criteri di valutazione, dove cinque girasoli stanno ad indicare il livello qualitativo più alto, troviamo le attrezzature e i servizi offerti, la cura del comfort, il contesto paesaggistico – ambientale e soprattutto la caratterizzazione agricola e naturalistica dell’accoglienza, che rappresenta l’attesa più importante da parte di chi decide di trascorrere le vacanze in agriturismo”. Il nuovo sistema di classificazione sarà adottato anche dal portale Agriturismi.it.

Acqua, Commissione europea lancia consultazione su riutilizzo

Il riutilizzo dell’acqua depurata non è una pratica diffusa in Europa ma presto ci si dovrà confrontare con questa possibilità, perché i cambiamenti climatici stanno accentuando lo stress cui sono sottoposte le risorse di acqua dolce e già si sta delineando una possibile concorrenza fra diversi settori produttivi che hanno bisogno di acqua. Per questo la Commissione europea ha lanciato una consultazione pubblica su una serie di possibili misure a livello europeo volte a incoraggiare il riutilizzo delle acque depurate.

La consultazione sarà aperta fino al 7 novembre 2014. I risultati, spiega la Commissione europea, contribuiranno a realizzare una valutazione di impatto su tutti gli aspetti principali del riutilizzo delle acque, compresi gli usi agricoli, urbani, industriali e ricreativi. Nel 2015 la Commissione intende presentare una proposta ufficiale basata sui dati contenuti nella valutazione di impatto.

Come si legge nella consultazione pubblica, “le risorse di acqua dolce in Europa sono esposte a pressioni crescenti e si registra uno squilibrio preoccupante fra la domanda di risorse idriche e la loro disponibilità, su scala sia temporale che geografica (spaziale). Lo stress idrico è un problema per le regioni aride con scarse precipitazioni ed elevata densità di popolazione, ma anche per quelle temperate destinate ad attività agricole intensive, turistiche e industriali. I cambiamenti climatici globali stanno già accentuando questi problemi, con impatti significativi e diffusi previsti a medio e lungo termine. Si sta già delineando una crescente concorrenza per le risorse idriche fra i settori che ne hanno bisogno, mentre le risorse di qualità elevata devono essere protette e riservate all’approvvigionamento di acqua potabile”. La consultazione si basa dunque sulla considerazione che “la capacità dell’Europa di rispondere ai rischi crescenti di carenza idrica e siccità potrebbe essere rafforzata ricorrendo maggiormente alle acque reflue trattate, soprattutto per l’agricoltura e gli usi industriali e urbani. Attualmente la maggior parte delle acque reflue provenienti dagli impianti di trattamento urbani è scaricata nei bacini idrici senza sfruttarne il potenziale di riutilizzo”.

La maggior parte delle acque reflue che vengono dagli impianti di depurazione urbani vengono riversate nei fiumi e nei laghi ma un loro riutilizzo aiuterebbe invece ad affrontare i problemi, crescenti, legati alla scarsità d’acqua e alla siccità, riducendo allo stesso tempo i rischi di contaminazione e avendo anche un minore impatto ambientale. I possibili sviluppi ci sono ma sono frenati da diversi motivi, fra i quali la Commissione europea individua la mancanza di norme ambientali e sanitarie comuni nell’UE in materia di riutilizzo delle acque, potenziali ostacoli alla libera circolazione di prodotti agricoli irrigati con acqua riutilizzata, inadeguatezza dei modelli tariffari e commerciali dell’acqua, scarsa consapevolezza dei benefici derivanti dal riutilizzo delle acque, mancanza di accettazione da parte dei cittadini, ostacoli tecnici e incertezza scientifica.

La Commissione europea ha dunque avviato una consultazione pubblica su una serie di possibili misure a livello dell’UE volte a incoraggiare il riutilizzo delle acque depurate: “Vogliamo sapere- spiegano dalla Commissione – cosa pensano i cittadini, i soggetti interessati, le imprese, le ONG e le pubbliche autorità delle potenzialità del riutilizzo e degli ostacoli che vi si frappongono, e con quale tipo di misure, normative e non, l’UE potrebbe contribuire efficacemente a superare queste preoccupazioni e a incrementare il ricorso al riutilizzo sicuro delle acque nell’Unione”.

Cancellazione ipoteche, dal 1° gennaio al via nuova procedura

Dal 1° gennaio 2015 entrano in vigore le nuove procedure online per la cancellazione delle ipoteche. A partire da quella data banche, enti previdenziali e intermediari finanziari “concedenti” dovranno utilizzare obbligatoriamente le nuove modalità per inviare la comunicazione telematica attestante l’avvenuta estinzione del mutuo ai fini della cancellazione delle ipoteche. Dal 1° settembre, tuttavia, la nuova procedura sarà facoltativa. Infine, la nuova normativa sulla cancellazione d’ipoteca legata all’estinzione dei mutui immobiliari prevede che la stessa sia rimossa d’ufficio e senza alcun onere aggiuntivo a carico del debitore, con una semplice comunicazione del creditore alla conservatoria dei registri immobiliari.

Recupero crediti, Antitrust sanziona GE.RI

Niente più solleciti di pagamento, effettuati con modalità scorrette e aggressive, relativamente a presunti crediti, infondati o prescritti. L’Antitrust ha, infatti, vietato la continuazione da parte della GE.RI. Gestione Rischi S.r.l. di ogni attività diretta al recupero crediti con modalità scorrette e aggressive, irrogando una sanzione di € 205.000. In particolare, l’Autorità, anche sulla scorta di numerose segnalazioni pervenute da parte di cittadini, del Gruppo Antitrust del Nucleo Tutela Mercati della Guardia di Finanza e di nove associazioni di consumatori ha accertato che la GE.RI. ha sollecitato ai consumatori il pagamento – su incarico di diversi committenti – di presunti crediti, infondati o prescritti,minacciando anche azioni legali. In alcune comunicazioni è stata addiritturapreannunciata la visita di un funzionario a casa o sul posto di lavoro per “ritentare la composizione bonaria del debito”, mentre altri consumatori sono stati invitati a contattare una numerazione a pagamento, per presunte “verifiche amministrative”, pagando un costo elevato per la chiamata.

Soddisfatte Federconsumatori e Adusbef che, con altre associazioni dei consumatori, hanno siglato un accordo con Unirec (Associazione che raggruppa la maggioranza delle società di recupero crediti) che prevede, tra l’altro, la stipula di un “codice di comportamento” e il conseguente protocollo di “conciliazione paritetica” che permetterà a tutti di conoscere approfonditamente i comportamenti leciti e, quindi, anche di poter contrastare e di difendersi in maniera efficace. In questo modo – fanno sapere le due associazioni -  il grande lavoro dell’Antitrust potrà essere facilitato con una più grande consapevolezza e trasparenza da parte dei malcapitati debitori.

Incendi boschivi, al via corso di prevenzione online di Fareambiente

Nell’ambito delle azioni di prevenzione e di educazione ambientale Farambiente anche quest’anno ha lanciato la campagna antincendio, che si concluderà a settembre con la presentazione sul dossier sugli incendi boschivi. Oltre a fornire un decalogo su come comportarsi per evitare gli incendi, e l’indagine su cosa ne pensano gli italiani degli incendi boschivi, l’associazione ambientalista ha messo a punto un corso di formazione online su Incendi ed educazione alla legalità. Il corso avrà una durata di 20 ore. Suddiviso in due moduli: Educazione e legalità; Educare per prevenire.

Il corso è stato ideato da un gruppo di esperti e fornisce sia indicazioni su come si possono causare gli incendi e quindi prevenirli che su indicazioni sulla formazione delle nuove generazioni per evitare alla fonte che casi delittuosi si possano realizzare. Il corso è fruibile gratuitamente collegandosi sul sito: www.culturafacile.com, oppure sul sito del Movimento www.fareambiente.it Per poter fruire del corso sarà necessario registrarsi al corso tramite modulo reperibile sul sito. Alla fine del corso per gli iscritti che avranno seguito il corso, sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

Turismo e natura, WWF: ecco il bon ton per mare e montagna

La natura ha le sue regole. Un bon ton da seguire perché il turista apprezzi paesaggi di mare e di montagna, spiagge, aree verdi e colline senza alterare la natura, senza raccogliere piante protette o disturbare gli animali, ma anche evitando di prendersi rischi inutili: è quello che propone il WWF per l’estate, sottolineando che “in mare e in montagna esistono due regole fondamentali: cautela e buon senso, regole perfette anche per rispettare la natura ed evitare di rendere il nostro passaggio ‘indimenticabile’ anche per i  veri abitanti del mare o delle montagne, lupi, orsi, stelle alpine, stelle di mare”.

naturaL’associazione propone dunque di entrare in contatto con la natura in punta di piedi. Come? Attraverso una serie di comportamenti informati che riguardano la gestione dei rifiuti, il rispetto delle regole di comportamento nelle aree protette, la segnalazione attiva di qualunque anomalia alle autorità competenti. Ecco di seguito le principali indicazioni del WWF.

Attenzione ai rifiuti. Non abbandonarli  negli ambienti naturali e non disperdere buste di plastica, lattine, bottiglie o altri oggetti  in mare o in montagna. In mare i rifiuti arrivano anche da terra: se si ricicla la plastica d’inverno, se ne troverà meno in spiaggia d’estate. In montagna portiamo un sacchetto da gettare nei raccoglitori differenziati una volta a valle. Ogni oggetto abbandonato nell’ambiente dura molto più di quello che pensiamo: per degradare un fazzoletto di carta occorrono 3 mesi, un mozzicone di sigaretta da 1 a 5 anni, per le buste di plastica da 10 a 20 anni, lattine di alluminio 10-100 anni, bottiglie di vetro 1.000 anni, polistirolo 1.000 anni, bottiglie di plastica  mai completamente.

Turismo consapevole. Meglio evitare le spiagge già molto affollate. L’eccessiva pressione altera l’equilibrio dell’habitat costiero. Visitiamo le Aree marine protette e i Parchi naturali, le oasi WWF del nostro paese, frequentandoli però nel rispetto delle regole.

Ecoturismo: in bicicletta con i bambini. Pedalare in famiglia  è un’esperienza bellissima, che rende più vicino adulti e bambini, ed è una perfetta occasione per condividere valori e sensazioni, la voglia di  nuove avventure lungo la strada, l’attenzione per l’ambiente, la conoscenza delle proprie potenzialità, il rispetto dell’altro e dei suoi tempi. La bici rappresenta il mezzo ideale per apprezzare al meglio il paesaggio e la natura in cui si pedala. Per i bambini la bicicletta è un’opportunità di crescita, è la scoperta dell’ambiente in una modalità più alla loro portata. Tanti utilissimi consigli su abbigliamento, attrezzatura e itinerari più adatti sono presentati da  FIAB (Federazione Italiana Amici della Bicicletta), l’organizzazione nazionale di riferimento per le politiche di mobilità basate sulla bicicletta e WWF Italia  nella nuova guida “Bimbi in bici” (autori Roberto Furlani e Silvia Malaguti, Edicicloeditore), un  manuale pensato per i genitori che decidono di avviare i loro figli alla pratica della bicicletta, sia nell’uso quotidiano, sia nell’esperienza delle escursioni o delle vacanze cicloturistiche.

Buone regole: arrivare in spiaggia senza rovinare le dune. Le dune rappresentano una barriera naturale fondamentale per il mantenimento della spiaggia e degli ambienti retrostanti. Si formano grazie alle piante pioniere, vegetazione spontanea che trattiene con le sue radici la sabbia. Sono ambienti straordinari ma sempre più minacciati dalla cementificazione costiera e dunque vanno tutelati il più possibile. Raggiungiamo le spiagge utilizzando quindi i sentieri realizzati per non alterarne il fragile equilibrio: nelle aree protette potremo scoprire anche i nomi delle specie che popolano le dune grazie alla segnaletica predisposta. Tra le più belle troviamo il bianco e profumato giglio di mare o pancrazio (Pancratium maritimum) che fiorisce proprio d’estate al confine tra spiaggia e duna.

Regole di base, per sé e per gli altri. Segnalare qualunque anomalia alle autorità competenti: animali in difficoltà , scarichi abusivi, discariche, oggetti pericolosi galleggianti, comportamenti poco civili di altri turisti. Molte regole sono già scritte: rispettiamole e proviamo a farle rispettare dagli altri, come i divieti di navigazione a motore entro i 300 metri dalle spiagge e 200 dalle scogliere. In mare evitiamo schiamazzi e corse sotto costa con mezzi rumorosi e troppo veloci tipo moto d’acqua o i Flying board. Fare particolare attenzione alle boe di segnalazione di sub o bagnanti mantenendosi alla distanza di sicurezza. Non usciamo fuori dai sentieri di montagna: potrebbe costare caro anche alla nostra sicurezza. Impariamo le regole di ciascun parco prima di addentrarci in natura, raccogliere un fiore protetto può costare caro oltre a danneggiare la biodiversità. Le segnalazioni posso essere fatte alla Capitaneria di Porto più vicina o al numero nazionale 1530, al Corpo Forestale al 1515 per ogni segnalazione ambientale oltre agli incendi, alle Associazioni presenti sul territorio, alle amministrazioni locali.

Incontri ravvicinati al mare. Non disturbiamo la fauna sottomarina inseguendo polpi o raccogliendo stelle marine e altri organismi. Con un tranquillo snorkeling possiamo goderci lo spettacolo della natura. Se andiamo in canoa o in pedalò non disturbiamo ciò che vive fuori dall’acqua, come gabbiani, cormorani e falchi che vivono lungo le scogliere. Basta mantenersi alla giusta distanza evitando schiamazzi e rumore inutile. Per ammirare gli animali in natura il consiglio è sempre quello di dotarsi di un buon binocolo: loro non fuggiranno spaventati e noi potremo goderci lo spettacolo.

Incontri ravvicinati in montagna. Non cerchiamo di avvicinare orsi, lupi, volpi e scoiattoli, magari con del cibo. Gli animali per loro fortuna hanno strategie di adattamento formidabili per trovare da mangiare e se vogliamo osservarli meglio basta rimanere fermi e in completo silenzio e avere un po’ di pazienza. Non tutti gli animali si comportano nello stesso modo, ognuno ha una sua personalità. Alcuni possono essere tranquilli, altri invece reagire con un morso. La regola vale per i piccoli animali come per i grandi. Distanza di sicurezza, silenzio, evitare il disturbo anche sonoro e ..ognuno al suo posto. C’è spazio per tutti.

No ai souvenir di natura. In spiaggia o in montagna non saremo soli: portar via conchiglie, legni e altri resti dalla spiaggia riduce la presenza di rifugi e anche cibo per piccoli insetti e granchi. Niente boccette di sabbia e eliminiamo prima di andar via la sabbia in eccesso da teli e oggetti usati.  Ad esempio: l’Area marina Protetta del Sinis in Sardegna, per salvaguardare la spiaggia dei chicchi di riso di Is Arutas, ha realizzato un sistema di docce retrodunali a circuito chiuso,  che riportano la sabbia che resta addosso ai bagnanti in spiaggia. In montagna prima di raccogliere pigne secche, rami, pensiamo alla regola dei numeri:  tutto ciò che portiamo via è qualcosa che togliamo alla natura e, anche in montagna il nostro gesto potrebbe essere ripetuto da altri migliaia di volte.  In realtà il pericolo è per la nostra incolumità perché tra sassi e legni potrebbe nascondersi qualche vipera che se disturbata potrebbe reagire. Se proprio non resistiamo al cestino di pigne secche, almeno battiamo il terreno con un bastone prima di avvicinare le mani. Seguire comunque sempre le indicazioni (nei parchi sono sempre abbondanti ed esaurienti) sulle regole da rispettare per ogni regione. Inoltre,  in montagna quasi tutte le specie di fiori sono protette: anche in questo caso una buona Guida è di aiuto, come leggere le norme regionali, spesso diverse tra area e area. Purtroppo il rischio di strappare una pianta protetta è molto alto. Una nota di buon senso: dato che le camminate sono lunghe,  il mazzolino di fiori o la nostra erba medicinale è quasi sempre destinata ad appassire.

Agenzia delle Entrate: non aprite l’email con le “Linee Guida”, è falsa

L’email con “Le Linee Guida” per evitare i controlli legati al redditometro è falsa. L’allegato inoltre contiene un virus che può danneggiare il computer. L’allarme viene dall’Agenzia delle Entrate e riguarda una comunicazione che sta girando con un falso logo dell’Agenzia.

L’email “Le Linee Guida” che sta circolando in queste ore, e che riporta all’interno il logo delle Entrate, è un falso – spiega l’Agenzia delle Entrate –Inoltre il file allegato, in formato word, contiene un virus e, se aperto, può compromettere la sicurezza del computer del destinatario. L’Agenzia invita quindi i contribuenti che stanno ricevendo questo messaggio a non inoltrarlo ad alcuno e a eliminarlo senza aprire l’allegato, che conterrebbe presunte istruzioni utili a evitare i controlli legati al redditometro”. L’Agenzia sottolinea di essere completamente estranea a questi messaggi che spesso sono diretti alla raccolta illecita di dati personali dei cittadini.

App mediche, Garante Privacy: una su due non è trasparente

 

Il 50% delle App mediche italiane e straniere (cioè una su due) non fornisce agli utenti un’informativa prima del download o chiede dati eccessivi rispetto alle funzionalità offerte. Il Garante della Privacy chiede una maggiore trasparenza per un settore, quello delle App mediche, che è in crescente evoluzione ma che presenta punti molto delicati per la privacy di chi installa queste applicazioni sui propri smartphone o tablet.

I risultati dell’indagine avviata a maggio dal Garante Privacy per verificare il rispetto della normativa italiana sulla protezione dati da parte di App che utilizzano dati sanitari, mostrano come anche nel nostro Paese gli utenti non siano adeguatamente tutelati e troppe volte non siano messi in grado di esprimere un consenso libero e informato. L’azione del Garante si inserisce nell’ambito del “Privacy Sweep 2014″, l’indagine a tappeto promossa dal Global Privacy Enforcement Network (GPEN), la rete internazionale nata per rafforzare la cooperazione tra le Autorità della privacy di tutto il mondo e di cui il Garante italiano fa parte. La scelta italiana di analizzare App del settore medico o di wellness è in linea con le preoccupazioni manifestate dall’Europa su questo tema. La Commissione Europea ha di recente avviato una consultazione sulla Mobile Health e ha pubblicato il Libro Verde sulle applicazioni sanitarie mobili (Green Paper on Mobile Health).

Una su due delle applicazioni mediche italiane e straniere analizzate dagli “sweepers” dell’Authority italiana, scelte a campione tra le più scaricate disponibili sulle varie piattaforme (Android, iOs, Windows, etc.),non fornisce agli utenti un’informativa sull’uso dei dati preventiva all’installazione, oppure dà informazioni generiche, o chiede dati eccessivi rispetto alle funzionalità offerte. In molti casi l’informativa privacy non viene adattata alle ridotte dimensioni del monitor, risultando così poco leggibile, o viene collocata in sezioni riguardanti, ad esempio, le caratteristiche tecniche dello smarphone o del tablet.

A seguito di questi risultati dell’indagine, il Garante sta valutando le azioni da intraprendere, anche al fine di possibili interventi prescrittivi o sanzionatori. A livello internazionale, l’iniziativa ha fatto crescere le preoccupazioni sulle App, che offrono funzionalità che vanno dai giochi al meteo, dalle news ai servizi bancari. I risultati dell’indagine hanno mostrato come vi sia una scarsa attenzione alla tutela degli utenti e la necessità che questi software, che raccolgono un’ingente mole di informazioni personali, rendano più trasparente e chiaro l’uso delle stesse. Su un totale di oltre 1200 applicazioni esaminate, appena il 15% risulta dotato di un’informativa privacy realmente chiara. Nel 59% dei casi è stato difficile per le Autorità di protezione dati reperire un’informativa privacy prima dell’installazione.

Commissioni interbancarie, IEPC: il Regolamento Ue va cambiato

Il regolamento europeo sui pagamenti elettronici, con la previsione di un tetto unico alle commissioni interbancarie, finirà per danneggiare i consumatori: il risultato sarà che i commercianti non abbasseranno affatto i prezzi e di conseguenza i cittadini pagheranno di più, tanto che molti non avrebbero remore ad abbandonare la moneta elettronica per tornare al contante. È quanto denuncia l’Italian E-Payment Coalition (IEPC) che chiede di cambiare il regolamento.

Afferma il presidente IEPC Antonio Longo: “Il Regolamento UE che disciplina i pagamenti digitali va cambiato perché danneggia i consumatori”. Questa la richiesta fatta alla Presidenza Italiana e alle Istituzioni europee, riunitesi ieri a Bruxelles in occasione dei lavori del Council Working Group. In particolare, spiega la Coalizione, il tetto unico alle commissioni interbancarie, previsto dal Regolamento, imporrà spese maggiori per i cittadini: in Italia ne sono convinti 8 cittadini su 10, come evidenziato da una recente indagine di IPSOS“Pagamenti elettronici: l’Unione Europea non garantisce i diritti dei consumatori”. Un altro studio di I-Com (lstituto per la Competitività) mostra come circa il 30% dei consumatori italiani sia pronto ad abbandonare la moneta digitale e tornare al contante se i costi delle carte dovessero aumentare.

Il Regolamento stabilisce la riduzione delle commissioni sulle transazioni con moneta elettronica e impone un tetto fisso per tutti i Paesi dell’Unione europea, pari a 0,3% per i pagamenti con carte di credito e 0,2% per quelli con carte di debito. Per molti, però, il risultato sarà un aumento dei costi annui delle carte a carico dei cittadini. Spiega IEPC: “È il segreto di Pulcinella: il tetto unico alle commissioni interbancarie causerà ricavi inferiori per le banche ma maggiori risparmi per i commercianti. Gli istituti di credito saranno costretti a cercare nuove fonti di ricavo, ad esempio aumentando i costi dei conti correnti. Gli italiani non hanno dubbi. Secondo IPSOS il 45% dei rispondenti considera “probabile” che le banche aumenteranno le spese per i conti correnti; per il 40% è addirittura “molto probabile”. L’obiettivo dell’UE – ridurre i costi per i consumatori – è condivisibile, ma è molto difficile credere che i commercianti abbassino i prezzi: infatti, solo il 3% ritiene plausibile quest’ipotesi. La verità è che i commercianti non abbasseranno i prezzi di un centesimo, e i cittadini pagheranno di più”.

Prosegue Longo: “La proposta di modificare il sistema dei pagamenti digitali in Europa è un pasticcio e noi non vogliamo che a farne le spese siano i consumatori. Da mesi IEPC sta chiedendo alle Istituzioni Europee e alla Presidenza Italiana di cambiare questo Regolamento. Continueremo a far sentire la nostra voce fino a che non saremo sicuri che i cittadini non verranno penalizzati dalla norma. Non solo, ma non si capisce perché l’Unione Europea abbia deciso di non applicare il tetto unico alle Interchange Fees ai circuiti Diners Club, American Express e Paypal. È discriminatorio e creerà una gran confusione tra i consumatori”

Tatuaggi, in arrivo norma UE contro rischi infezioni

Tatuaggi più sicuri grazie ad una normativa europea in via di definizione: a luglio scorso è stato creato un nuovo Project Committee CEN/TC 435 “Tattooing services” che dovrà sviluppare una norma europea sui servizi di tatuaggi.  Per evitare i rischi di infezioni procurate dagli aghi delle macchinette per tatuaggi, verranno fissati requisiti di igiene, le specifiche di lavoro, la formazione, le vaccinazioni richieste e le terapie post-intervento.

“Accogliamo con favore l’intenzione di creare una normativa europea che definisca standard ben definiti sull’attività di tatuaggio – dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc – Come Adoc abbiamo sempre sottolineato la necessità di una legislazione, anche nazionale, la cui assenza oggi va a discapito sia dei consumatori che dei professionisti. Attraverso una legislazione nazionale potrebbe anche essere ridefinito l’intervento di vigilanza e controllo da parte delle Istituzioni sanitarie riservato direttamente all’Istituto Superiore della Sanità, in modo da risultare più efficiente e operativo”.

Secondo l’Adoc “va prevista anche la creazione di un Albo nazionale di riferimento dei tatuatori, oggi totalmente assente, che garantirebbe maggiori tutele agli stessi operatori del settore e ai clienti”. “Andrebbe prevista anche un’assicurazione obbligatoria a carico degli esercenti che copra ogni eventuale danno subito dal cliente durante l’intervento. Crediamo sia opportuno – continua Santini – che la nuova normativa debba prevedere, a vantaggio della trasparenza, dell’informazione e della salute dei consumatori e come forma di lotta alla contraffazione, anche l’indicazione completa e in continuo aggiornamento delle sostanze consentite e di quelle ritenute tossiche; un’adeguata e corretta etichettatura dei prodotti utilizzati, che indichi la data di scadenza degli stessi, la composizione e la garanzia di sterilità del prodotto”.

“In ultimo, riteniamo sia opportuno prevedere l’obbligo, in capo al cliente, di effettuare prove allergiche pre-intervento o presso le strutture sanitarie o presso i locali dove si esercita l’attività, tarate sui componenti dei prodotti che verranno utilizzati, miranti ad escludere l’eventualità di reazioni allergiche e, in presenza di una risposta positiva ai test, a impossibilitare la realizzazione dell’opera o ad adottare materiali non lesivi della salute del consumatore. Negli ultimi 5 anni, di pari passo con il crescente ricorso alla pratica del tatuaggio, del piercing e del trucco permanente, sono raddoppiate anche le reazioni allergiche susseguenti tali interventi. Stimiamo che circa un terzo dei consumatori tatuati abbia sviluppato, nel corso del tempo, reazioni allergiche, siano esse lievi o gravi, localizzate o invasive dell’intero organismo.”

Clausole abusive, CGUE: diritto all’abitazione va tutelato

Il diritto all’abitazione è un diritto fondamentale che deve essere preso in considerazione dal giudice nazionale nell’attuazione della direttiva sulle clausole abusive nei contratti stipulati con i consumatori. E’ quanto ha chiarito la Corte di Giustizia delle Comunità Europee chiamata ad esprimersi in via pregiudiziale dalla corte regionale di Prešov, Slovacchia su un ricorso di annullamento di un contratto di credito e di un contratto costitutivo della garanzia.Il ricorso era stato presentato da una cittadina slovacca che aveva concluso con la SMART Capital un contratto di credito al consumo per l’importo di EUR 10 000 per il quale aveva fornito a garanzia la sua abitazione. In un secondo momento, la cittadina aveva presentato ricorso facendo valere il carattere abusivo delle clausole contrattuali stipulate con tale impresa. Il tribunale, in primo grado, aveva precisato che la clausola di garanzia contenuta nel contratto permette al creditore l’esecuzione sul bene oggetto della garanzia senza alcun controllo giurisdizionale.

In appello, invece, la corte regionale si è rivolta alla Corte di Giustizia delle Comunità Europee. In primo luogo, la Corte afferma che la Carta dei diritti fondamentali dell’UE dispone che nelle politiche dell’Unione è garantito unlivello elevato di protezione dei consumatori. La Carta sancisce altresì il diritto a un ricorso giurisdizionale effettivo. Tali precetti valgono per l’attuazione della direttiva 93/13. Per quanto riguarda la realizzazione delle garanzie che accompagnano i contratti di prestito conclusi dai consumatori, la Corte constata che la direttiva non contiene alcuna indicazione relativa all’esecuzione sui beni oggetto di garanzia. Tuttavia, essa riconosce l’importanza di determinare, in una situazione come quella controversa, in quale misura sarebbe praticamente impossibile o eccessivamente arduo applicare la tutela conferita dalla direttiva.

La Corte ribadisce altresì che, al fine di preservare i diritti attribuiti ai consumatori dalla direttiva, gli Stati membri sono tenuti ad adottare meccanismi di tutela tali da far cessare l’utilizzazione delle clausole qualificate come abusive. A tale scopo le autorità giudiziarie e gli organi amministrativi nazionali devono disporre di mezzi adeguati ed efficaci. In particolare, pur conservando la scelta delle sanzioni applicabili alle violazioni del diritto dell’Unione, gli Stati membri devono vegliare a che esse abbiano un carattere effettivo, proporzionato e dissuasivo.

Per quanto riguarda il carattere effettivo e dissuasivo, risulta che nel corso di un procedimento di esecuzione stragiudiziale su un bene dato in garanzia, il giudice nazionale competente potrebbe adottare qualsiasiprovvedimento provvisorio che vieti la prosecuzione dell’esecuzione di tale vendita.

Per quanto riguarda il carattere proporzionato della sanzione, la Corte sottolinea che occorre prestare particolare attenzione qualora il bene gravato dal diritto reale di garanzia sia il bene immobile che costituisce l’abitazione della famiglia del consumatore.Infatti, nel diritto dell’Unione il diritto all’abitazione è un diritto fondamentale garantito dalla Carta dei diritti fondamentali che il giudice nazionale deve prendere in considerazione nell’attuazione della direttiva.

Nuova banconota da 10 € in circolazione da domani

Da domani, 23 settembre, entrerà in circolazione la nuova banconota da 10 euro della serie “Europa”, dotata di elementi di sicurezza nuovi e avanzati che proteggono maggiormente dalla falsificazione. Le vecchie banconote da 10 euro continueranno ad essere emesse fino ad esaurimento scorte e circoleranno insieme alle nuove, finché non saranno gradualmente ritirate. Anche dopo che cesseranno di avere corso legale, manterranno il proprio valore e potranno essere sempre cambiate presso le Banche Centrali dei Paesi dell’area euro.

La sostituzione delle banconote dopo un certo numero di anni è parte di un processo fisiologico. La Banca Centrale Europea e le Banche Centrali Nazionali dell’Eurosistema tutelano l’integrità delle banconote in euro e adempiono a questo compito anche sfruttando i progressi tecnologici realizzati nel campo della sicurezza dei biglietti di banca. I preparativi per la sua introduzione sono in corso da tempo. La Banca d’Italia ha preso contatto con le controparti (produttori e fornitori di apparecchiature per le banconote, banche e società di trasporto valori, operatori nella distribuzione di beni e servizi con pagamento automatizzato e relative associazioni di categoria) al fine di offrire la necessaria assistenza per l’aggiornamento delle macchine. Sono stati organizzati seminari e incontri informativi ed è stata offerta la possibilità di testare le apparecchiature presso la Banca d’Italia.

Dal 13 gennaio – data in cui il 10 euro della serie Europa è stato presentato pubblicamente – le nuove banconote sono offerte in prestito agli operatori economici affinché possano eseguire test presso le proprie sedi e presso i luoghi dove sono installate le macchine. Gli operatori hanno recepito le sollecitazioni dell’Eurosistema e stanno adottando strategie di adeguamento sulla base di proprie autonome valutazioni. Spetta agli stessi operatori assicurare la piena e tempestiva spendibilità delle banconote fin dalla loro emissione.

La Banca d’Italia è impegnata su tutto il territorio nazionale in un’ampia campagna d’informazione, che si avvale anche di un sito internet dedicato www.nuovovoltoeuro.eu. Sono stati allestiti punti informativi nelle filiali e in altri luoghi aperti al pubblico, come stazioni ferroviarie, centri della grande distribuzione commerciale e fierehttps://www.bancaditalia.it/media/fotogallery/eventipersone/10_euroma;https://www.bancaditalia.it/media/fotogallery/eventipersone/eurofil_10. L’obiettivo è aiutare i cittadini a riconoscere le nuove banconote e le loro caratteristiche di sicurezza.

Le nuove banconote da 5 e 10 euro, così come i biglietti della prima serie, sono facili da controllare applicando il consueto metodo “TOCCARE-GUARDARE-MUOVERE” https://www.nuove-banconote-euro.eu/Banconote-in-euro/Caratteristiche-di-sicurezza/TOCCA/LA-NUOVA-BANCONOTA-DA-€10.

Con l’arrivo delle nuove banconote da 10 euro, Federconsumatori e Adusbef temono disservizi. E già si dichiarano pronte ai risarcimenti: “Abbiamo già effettuato degli incontri in Banca d’Italia nell’ambito dei quali abbiamo segnalato la necessità e l’urgenza di adeguare tutte le macchinette ed i dispositivi per il pagamento automatico affinché accettino le nuove banconote – dicono le due associazioni –Dalle macchinette presso i distributori di benzina a quelle per i biglietti dell’autobus o del treno. Per nessuna ragione si devono ripetere i disservizi e le difficoltà già registrate in occasione dell’introduzione delle nuove banconote da 5 euro. Invitiamo in ogni caso tutti i cittadini che dovessero incontrare problemi con i pagamenti a segnalarlo prontamente ai nostri sportelli, presso i quali riceveranno tutta l’assistenza necessaria per richiedere un risarcimento per il disservizio subito, nonché il rimborso/annullamento di eventuali multe (ad esempio nel caso dei biglietti di autobus o treno)”.

Clima, Coldiretti: con la spesa si salva il clima

Italiani più attenti al clima: l’84% (contro una media europea del 74%) ritiene che la tutela dell’ambiente possa aiutare l’economia a crescere ed a creare posti di lavoro. Lo afferma la Coldiretti che ha partecipato alla Marcia per il Clima nell’ambito della giornata di mobilitazione globale “Global Day of Action”, promossa da oltre 950 associazioni in occasione dell’appuntamento climatico internazionale, il Climate Summit 2014 del 23 settembre di New York, convocato dal Segretario Generale Ban Ki-moon.

Dall’ultimo Rapporto Eurobarometro è emerso che l’89% degli italiani ritiene che le questioni ambientali abbiano un effetto sulla vita quotidiana con l’inquinamento dell’aria che è il  principale problema ambientale per una maggioranza del 56%. “La sensibilità ambientale – precisa la Coldiretti – è confermata dai comportamenti, con il 30% degli italiani che per ridurre l’emissione di gas ad effetto serra ha acquistato nell’ultimo mese prodotti locali che non devono percorrere grandi distanze con mezzi inquinanti prima di giungere in tavola. Mentre il 31% sostiene l’importanza di utilizzare mezzi pubblici al posto delle auto di proprietà”.

Coldiretti ricorda che con semplici accorgimenti nella spesa di tutti i giorni e nel consumo degli alimenti ogni famiglia italiana può tagliare i consumi di petrolio e ridurre le emissioni di gas ad effetto serra di oltre 1000 kg (CO2 equivalenti) all’anno per contribuire personalmente con uno stile di vita responsabile e attento all’ambiente. “E’ stato calcolato che – sottolinea la Coldiretti – un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall’Argentina deve volare per piu’ di 11mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica e gli asparagi dal Perù viaggiano per oltre 10mila km, bruciando 6,3 chili di petrolio e liberando 19,5 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto, attraverso il trasporto con mezzi aerei”.

Forse l’unico aspetto positivo della crisi è la tendenza ad acquisti più responsabili che hanno portato i consumatori ad abbandonare le mode esterofile del passato, a privilegiare l’acquisto di prodotti sfusi, ad adottare tecniche di acquisto come la spesa di gruppo che fanno risparmiare carburante ma anche a tagliare gli sprechi. Anche se la situazione resta preoccupante: 3 famiglie su 4 (73%) hanno tagliato gli sprechi a tavola, con il 45% che li ha ridotti mentre il 28% li ha addirittura annullati; da un’analisi Coldiretti/Ixe’ emerge che tra chi ha tagliato gli sprechi l’80% fa la spesa in modo più oculato, il 37% guardando con più attenzione alla data di scadenza e il 26% riducendo le dosi acquistate, mentre sono il 56% quelli che riutilizzano quello che avanza.

Ecco il decalogo della Coldiretti per una spesa salva ambiente:

  1. Preferire l’acquisto di prodotti locali che non devono subire lunghi trasporti con mezzi inquinanti;
  2. Segliere frutta e verdura di stagione che non consumano energia per la conservazione;
  3. Ridurre le intermediazioni fino a fare acquisti direttamente dal produttore, come nei mercati di Campagna Amica della Coldiretti, per evitare passaggi di mano del prodotto che spesso significano inutili trasporti;
  4. Privilegiare i prodotti sfusi che non consumano imballaggi come i distributori automatici di latte;
  5. Acquistare confezioni formato famiglia rispetto a quelle monodose per ridurre il consumo di imballaggi per quantità di cibo consumato;
  6. Fare acquisti di gruppo (anche in condominio) per ridurre i consumi di energia nei trasporti per fare la spesa;
  7. Riutilizzare le borse per la spesa e servirsi di quelle fatte con materiali biodegradabili di origine agricola nazionale o di tela invece di quelle in plastica;
  8. Ottimizzare l’energia consumata nella preparazione e conservazione dei cibi con pentole e frigoriferi a basso impatto;
  9. Ridurre gli sprechi ottimizzando gli acquisti e riscoprendo la cucina degli avanzi per evitare che finiscano tra i rifiuti;
  10. Fare la raccolta differenziata per consentire il recupero di energia dai rifiuti prodotti.
 

Sla, Autorità energia: sconti in bolletta per chi ha bisogno di macchinari salvavita

Per chi ha bisogno di macchinari salvavita sono possibili sconti in bolletta che variano da 177 a oltre 600 euro. In occasione della Giornata nazionale della Sla del prossimo 21 settembre, l’Autorità per l’energia ricorda che le famiglie con malati gravi costretti a usare apparecchiature elettromedicali salvavita possono richiedere un bonus-sconto sulla bolletta elettrica, del valore compreso fra 177 e 639 euro. L’operatività del bonus è assicurata dall’Autorità insieme ai Comuni e all’Anci (Associazione nazionale comuni italiani).

Lo scorso anno sono stati assegnati oltre 23 mila bonus, che ha valore differenziato in tre fasce, a seconda della potenza contrattuale, alla tipologia delle apparecchiature e al tempo giornaliero di utilizzo.Lo sconto viene detratto direttamente dalle bollette per tutto il periodo di utilizzo delle apparecchiature. “L’anno scorso sono stati assegnati 23.600 bonus per disagio fisico, oltre il 30% in più rispetto ai 17.700 dell’anno precedente anche per effetto dei miglioramenti nelle modalità di calcolo introdotti nel 2012 – sottolinea il Presidente dell’Autorità, Guido Bortoni – L’obiettivo, adesso, è di focalizzare ancor meglio le azioni informative e l’operatività insieme ai soggetti e alle istituzioni coinvolte, così come indicato nella recente Segnalazione sui bonus inviata alla Presidenza del Consiglio, ai Ministri dello Sviluppo Economico, dell’Economia e delle Finanze, del Lavoro e delle Politiche Sociali”.

“Da parte dei Comuni – dice a sua volta Piero Fassino, presidente Anci – il coinvolgimento pieno nella operatività del Bonus è un ulteriore segnale di attenzione nei confronti delle fasce più deboli della popolazione, che stanno trovando risposte importanti, soprattutto in questo momento, grazie alla attività di raccolta e di smistamento delle domande svolta dalle amministrazioni locali”.

La richiesta del bonus per disagio fisico va presentata al Comune di residenza o a un altro ente designato dal Comune stesso (ad esempio CAF, Comunità montane), utilizzando gli appositi moduli disponibili anche sul sito dell’Autorità e dell’Anci e la richiesta deve essere obbligatoriamente accompagnata dalle certificazioni della propria ASL sulle gravi condizioni di salute che rendono indispensabile l’utilizzo delle apparecchiature salvavita. L’elenco dei macchinari che possono dare diritto al bonus per disagio fisico in base alla certificazione della ASL è individuato per decreto (Decreto del Ministero della Salute del 13 gennaio 2011) e comprende, ad esempio, ventilatori polmonari, cycler, polmoni d’acciaio, strumenti per la nutrizione, sollevatori mobili. Non serve alcuna attestazione di disagio economico e dunque non serve ISEE, ma se la persona malata ottiene il bonus per disagio economico, questa può essere cumulata con quella per disagio fisico. Per poter chiedere il bonus per disagio economico occorre invece avere un indicatore di situazione economica equivalente (ISEE) non superiore a 7.500 euro, limite che sale a 20.000 euro per le famiglie con più di 3 figli a carico.

Le informazioni per sapere se si ha diritto al bonus per disagio fisico (e anche ai bonus per disagio economico) e su come fare richiesta, sono disponibili sui siti dell’Autorità (www.autorita.energia.it/it/consumatori/ele/bonusele_df.htm) e dell’Anci www.bonusenergia.anci.it. In alternativa, si può chiamare il numero verde 800.166.654 dello Sportello per il Consumatore di energia, attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18.

L’Autorità ricorda l’esistenza del bonus in occasione, come detto, della Giornata nazionale per la lotta alla Sla, che quest’anno cade il 21 settembre. La Giornata è nata nel 2008 per ricordare il primo “sit in” dei malati di SLA, che il 18 settembre 2006 si riunirono a Roma, sotto il Ministero della Salute, per portare all’attenzione dell’allora Ministro della Salute Livia Turco i propri bisogni, in particolare quello di una presa in carico globale in termini di necessità di trattamenti assistenziali omogenei su tutto il territorio nazionale, prestazioni adeguate di assistenza domiciliare, accesso facilitato alle sperimentazioni cliniche in corso e ai farmaci per uso compassionevole, snellimento della burocrazia e riduzione dei tempi per ottenere il riconoscimento di invalidità, necessità di riconoscere piena validità ai piani terapeutici sottoscritti dagli specialisti e di dar corso a una strategia più efficace sul terreno della ricerca di base e finalizzata. Da allora, fra la metà di settembre e la prima settimana di ottobre, AISLA Onlus promuove iniziative in tutta Italia per rinnovare l’attenzione dell’opinione pubblica, delle Autorità politiche, sanitarie e socio-assistenziali sui bisogni di cura e assistenza dei malati.

Domenica dunque i volontari saranno presenti in 120 piazze italiane per dare vita all’iniziativa  “Un contributo versato con gusto”: a fronte di un’offerta minimo di 10 euro, sarà possibile ricevere una bottiglia di vino Barbera d’Asti DOCG prodotto nelle cantine di Portacomaro e Montegrosso d’Asti. Il soldi racconti finanzieranno il progetto “Operazione Sollievo” nato per alleviare concretamente le sofferenze dei malati che si trovano a convivere ogni giorno con la Sla prevedendo sostegno economicosupporto per la gestione del malato tra le mura domestiche e fornitura di strumenti utili a migliorare la qualità della vita.

Format-Confcommercio: il web cambia gli acquisti, anche quelli tradizionali

Il web chiama al cambiamento anche i negozi tradizionali, che dovranno imparare a coinvolgere i clienti creando una “esperienza di acquisto”. Nel frattempo ha assunto un impatto profondo ed esteso fra i consumatori: anche fra chi non compra su Internet, infatti, la Rete riveste il ruolo di “guida degli acquisti” che si intende compiere, tanto che il 54,9% dei consumatori dichiara di aver cercato un prodotto su internet prima dell’acquisto in un negozio tradizionale. Sono alcuni dati che emergono da una ricerca realizzata da Confcommercio con Format Ricerche.

shopping-on-lineL’occasione è stata, nei giorni scorsi, la presentazione della guida “Il negozio nell’era di Internet”, che contiene fra l’altro suggerimenti sulle strategie offline (cosa fare nel negozio) e online (cosa fare sul web) che un negozio dovrebbe mettere in atto per esaltare l’esperienza di acquisto dei propri clienti e sopravvivere nell’era di internet. La Rete ha ormai cambiato le esperienze di acquisto dei consumatori: oltre la metà ha infatti fatto un acquisto online, soprattutto per la possibilità di risparmiare, mentre fra i consumatori che non hanno mai acquistato sul web le principali ragioni addotte sono l’impossibilità di provare il prodotto desiderato e la scarsa fiducia nei siti online.

Dalla ricerca emerge prima di tutto che un’ampia maggioranza di consumatori (76%) e di imprenditori (66%) ritiene che i negozi tradizionali tra dieci anni avranno ancora un ruolo importante, ma solo se capaci di emozionare e di coinvolgere il cliente, trasformando, a differenza dell’online, in un’esperienza di acquisto quel comportamento che fino a ieri era considerato soltanto un evento. Il 14% dei consumatori e il 27% degli imprenditori pensa, invece, che i negozi tradizionali spariranno e che il mercato sarà esclusivamente online. Secondo il 10% dei consumatori e il 7% degli imprenditori i negozi tradizionali continueranno ad esistere, ma ricopriranno soltanto un ruolo di consulenza e di assistenza sui prodotti.

Qual è il rapporto fra consumatori e Internet? Il 55,6% dei consumatori dichiara di aver fatto almeno una volta un’esperienza di acquisto online. Di questi, oltre la metà (il 51,2%) ha acquistato su siti di e-commerce specializzati, il 21,4% su siti dove si possono comprare o vendere un bene/servizio sia nuovo che usato, il 18,3% su siti di grandi catene commerciali che hanno anche negozi fisici tradizionali, il 9,1% su siti dedicati ai gruppi d’acquisto che consentono, tramite i coupon, di acquistare beni e servizi a prezzi scontati. Si compra online soprattutto perché costa meno: le ragioni dell’acquisto sul web rimandano soprattutto ai prezzi inferiori praticati in rete (65,8%) seguita dalla possibilità di confrontare i prezzi (50,5%) e dall’ampia scelta dei prodotti (47,8%). Altri fattori importanti, ma considerati secondari rispetto ai primi, sono la possibilità di acquistare quando e da dove si vuole. Chi compra online del resto si informa prima di fare l’acquisto: soprattuttovisitando il sito ufficiale del produttore (78% dei casi) o leggendo recensioni sui siti specializzati (71%), ma anche il passaparola continua ad avere un ruolo (40,5%) come pure la richiesta di informazioni attraverso i social network (38,5%).

Fra i consumatori che non hanno mai acquistato online (44,4%), tre su cinque – rileva la ricerca – motivano questa scelta in prevalenza con l’impossibilità di provare il prodotto desiderato o la scarsa fiducia nei siti online (rispettivamente 59,2% e 53%). Altre ragioni importanti riguardano l’impossibilità di interagire con una persona fisica (venditore o commesso: questa opzione raccoglie il 43,7% di segnalazioni), ma non mancano l’indicazione dell’assenza di una connessione ad Internet (38,3%), l’impossibilità, una volta effettuato l’acquisto, di portare subito via il prodotto (27,7%), il timore di lasciare i dati della propria carta di credito, il timore che il prodotto arrivi danneggiato o comunque non conforme alla descrizione presente sul sito, e l’idea che possa risultare complicato restituire il prodotto in caso di insoddisfazione.

In ogni caso il web ha ormai un impatto profondo sui comportamenti di acquisto dei consumatori: oltre la metà si informa online su un prodotto prima dell’acquisto in un negozio. Sul fronte delle imprese, due su cinque dichiarano di avere un sito web, ma di queste solo il 26,3% lo usa anche per il commercio elettronico.

Chi sono i consumatori dei negozi tradizionali e dell’online? In generale, rileva la ricerca, l’acquirente tradizionale è soprattutto donna, di età superiore ai 45 anni, coniugata o convivente, residente in comuni superiori ai 40mila abitanti, mentre l’heavy e-shopper (ovvero chi ha comprato cinque o più beni online nell’ultimo anno) è principalmente uomo, sotto i 45 anni, non coniugato e residente in famiglia, e residente in comuni con meno di 40mila abitanti.

                              Comunicato stampa

 

La Lega Consumatori di Formia   suggerisce ai Consumatori   pontini  di  prestare la massima attenzione  al momento in cui si recano alle casse degli esercizi commerciali dopo aver scelto il prodotto  da acquistare.   “A volte capita che nonostante il prodotto sia offerto in sconto  e pubblicizzato con cartelli ben in vista con scritta (“ prezzi speciali”, sconti del 15, 20 o 30% ), all’atto del pagamento presso le casse svanisce lo sconto e si paga il prezzo pieno, come è capitato a diversi  utenti  nell’esercizio Panorama centro itaca,  i quali hanno segnalato tale comportamento alla lega consumatori.

Da ultimo la segnalazione è avvenuta in data 18 settembre con riferimento al prezzo di  materiale scolastico.

Se alla cassa viene richiesto un prezzo diverso (maggiore) di quello esposto, si ha il diritto di pagare il prezzo esposto. Se il prezzo maggiore è già stato corrisposto, si ha il diritto al rimborso della differenza di prezzo. Al consumatore deve essere restituita la differenza tra il prezzo battuto sul registratore di cassa e quanto effettivamente si dovrebbe pagare (prezzo esposto); la responsabilità è del venditore e questo non può sottrarsi dall’applicare il prezzo esposto. Il rimborso deve avvenire in moneta e non con buoni spesa od altro. La scusa dell’ “importo già battuto in cassa” non conta, esiste infatti sul registratore di cassa il tasto “resa” e comunque una registrazione può anche essere annullata.

Questa la regola ed è bene che i consumatori conoscano bene i loro diritti.

Già nel passato la Lega consumatori ha invitato il Supermercato Panorama, in persona del suo direttore , ad evitare tali spiacevoli “ inconvenienti”,  contestando anche che in molti casi  la  stessa collocazione dei prodotti in promozione  vicino ai prodotti dello stesso tipo non in promozione genera notevole confusione nel consumatore che ritiene di  prendere quel prodotto in promozione e invece  si trova poi a pagare un prezzo differente rispetto a quello ritenuto congruo.

Quindi  cari  consumatori, occhio alla cassa: è bene prestare  attenzione e verificare  che l’effettivo costo battuto sia quello conosciuto ed indicato nelle scaffalature e nei cartelli di richiamo.

Per segnalazioni anche via fax o mail: La lega consumatori è presente a Formia in Via don Luigi sturzo 53 e in via Appia Scauri tel/fax 0771 790099 oppure 0771 682984 , email:legaconsumatori.latina@gmail.com                                                                                   

  Il Presidente Provinciale

                                                                             Antonio VILLANO