Il Lazio sta per approvare una nuova legge regionale sulla tutela dei consumatori. A distanza di 23 anni dalla prima legge regionale su questa materia, si sta discutendo di una proposta tripartisan: ovvero un testo di legge che unifica 3 proposte (la n. 100 del 19/11/2013, la n. 154 dell’8/04/2014 e la n. 201 del 15/10/2014), presentate rispettivamente dal PD,M5S e NCD. Alla vigilia della discussione sui 50 emendamenti proposti, Help Consumatori ha intervistato Teresa Petrangolini, consigliera regionale PD, tra le principali propmotrici della legge.
“La prima cosa importante che vorrei sottolineare è che l’unica legge che abbiamo nel Lazio a tutela dei consumatori risale al 1992. La nostra proposta arriva quindi dopo 23 anni. Il Lazio era stata la prima regione italiana a fare una legge sulla materia ed eravamo stati molto bravi a capire l’importanza del tema, ma poi ci siamo fermati e la legge è diventata addirittura più obsoleta di tante altre. Un’altra cosa importante è che si tratta di una proposta tripartisan e ci tengo a ribadirlo poiché questo dimostra che su alcuni temi come quello della tutela dei consumatori la voglia di trovare un accordo prevale sulla voglia di litigare”.
Quali sono le principali novità di questa legge?
Innanzitutto il punto sulla rappresentanza. Nel Lazio abbiamo attualmente un enorme problema legato al fatto che le possibilità di accesso al registro regionale sono illimitate e ci troviamo con oltre 50 associazioni la cui natura, spesso, è anche difficile da verificare. Nel tempo si sono accreditate associazioni che poco avevano a che fare con il tema della tutela dei consumatori e non c’era modo di effettuare controlli. Dunque come prima esigenza avevamo quella della rappresentanza. E su questo punto c’è un dioibattito che riguarda i criteri di acceso. Noi abbiamo proposto di inserire due criteri, di cui è sufficiente soddisfarne uno. Il primo criterio prevede che ci siano almeno 3 sedi e lo 0,5 per mille degli iscritti (emendamento della maggioranza) che per il Lazio vuol dire avere un minimo di 2000 persone aderenti all’associaizone. Il secondo criterio, proposto dal M5S, non prevede alcun obbligo di sedi, ma io ho proposto che ci sia almeno l’1 per mille degli iscritti, (quindi il doppio rispetto a chi soddisfa l’altro criterio). Con questi due requisiti crediamo di contemperare le esigenze sia di chi ha avuto più facilità ad avere sedi fisiche, sia di chi si è dedicato di più ad attività online, garantendo però una certa rappresentatività. Sul primo criterio il M5S non è d’accordo perché sostiene che ormai la tutela dei consumatori sia tutta online. Io credo, invece, che questi criteri riescano a coprire quella che è la situazione attuale delle 37 Associazioni dei consumatori che attualmente risultano iscritte nel registro del Lazio, che avranno un anno di tempo per adeguarsi alle nuove regole.
Cos’altro cambierà?
Il secondo cambiamento è che vengono aumentati moltissimo gli strumenti di verifica sui progetti e sulla trasparenza delle attività: ad esempio è richiesto l’aggiornamento del sito e i siti devono essere veri e devono far capire l’attività dell’Associazione. Ci sarà l’obbligo di pubblicare online i rendiconti dei progetti. Ovviamente è richiesta la base democratica ed abbiamo inserito l’esclusività dell’attività di tutela dei consumatori, che va inserita nello statuto. Infine, tra gli obiettivi e le attività delle Associazioni dei consumatori abbiamo inserito l’attuazione di quella che è per noi una bandiera, ovvero il comma 461 della legge 244 del 2007, quel comma fortemente voluto dalle Associazioni stesse, che le inserisce nella verifica della qualità dei servizi pubblici locali e nella stesura delle carte servizi. L’assessore regionale ai trasporti Michele Civita sta costruendo un protocollo di intesa con le Associazioni proprio in attuazione di questa norma che è di livello nazionale, ma deve per forza di cose essere attuata a livello locale. Con questa legge noi vogliamo dare poteri alle Associazioni dei consumatori affinché possano applicare questa norma e prevediamo che nel contratto di servizio che l’ente locale sottoscrive con l’azienda, l’attività di rapporto con le Associazioni venga considerata come ordinaria e gli oneri derivanti da questa attività vengano inseriti già nel budget.
Come sono i tempi di approvazione?
Domani si inizia la discussione in Commissione II – Affari comunitari e internazionali, cooperazione tra i popoli e tutela dei consumatori. Ci sono una cinquantina di emendamenti, molti sottoscritti da tutti e tre i partiti. Credo che la Commissione riesca ad approvarla in un mesetto e, se riusciamo a lavorare bene, anche il lavoro dell’Aula sarà agevolato e l’approvazione definitiva potrebbe arrivare prima dell’estate. Per tenerci larghi diciamo che il Consiglio l’approva entro il 2015.
Le Associazioni dei consumatori saranno critiche rispetto alle nuove regole?
Io sono molto contenta del fatto che in questa proposta di legge non ci sia nessun protagonismo, ma sia davvero una legge condivisa da tanti e questo sta a significare che verso il tema c’è una grande sensibilità. Il mio timore è che le Associazioni abbiano paura di non riuscire ad adeguarsi. Ma la legge non fa che applicare il Codice del Consumo, cui peraltro ci siamo ispirati, che già le obbliga alla rappresentanza. Nel 1992, quando è stata fatta la legge regionale attuale, il Codice del consumo non c’era ancora. Diciamo che sarà una legge a garanzia dei cittadini che quando si affidano ad un’Associazione dei consumatori devono sapere che chi hanno di fronte è in grado di tutelarli.
Non c’è rischio di sovrapposizione con altre norme nazionali ed europee?
A questo abbiamo fatto molta attenzione ed abbiamo consultato l’Antitrust, l’Università e le stesse Associazioni per fare tutte le possibili correzioni. Il nostro ufficio legislativo ha lavorato per individuare e togliere tutte le eventuali sovrapposizione con le normative di altro livelo, sia nazionale che europeo, rispettando il principio di sussidiarietà che è molto importante nell’attività legislativa.
di Antonella Giordano