Vino: Forestale sequestra 80 mila bottiglie di falsi Falanghina e Aglianico

15.10.2014 19:03

 

80 mila bottiglie di vino con falsa denominazione Falanghina e Aglianico IGP, prodotte in realtà con vino proveniente dalla Bulgaria che veniva poi etichettate con marchi contraffatti: questo l’esito dell’operazione eseguita dal Corpo Forestale, comandi provinciali di Roma e di Benevento, su mandato della Procura della Repubblica di Benevento.

Si tratta di 80 mila bottiglie di vino illecitamente prodotto e distribuito sul territorio nazionale. Dalla Bulgaria – è stato accertato dalle indagini – proveniva una notevole quantità di vino che risultava poi commercializzato conetichettature di marchi come Falanghina e Aglianico Beneventano I.G.P., totalmente contraffatte. I disciplinari di produzione stabiliscono infatti che, per la produzione di vini IGP e DOC, devono essere seguite scrupolose regole sull’origine delle materie prime e senza utilizzare alcun tipo di adulterazione. La Forestale ha accertato dall’analisi dei registri aziendali che veniva immessa sul mercato una quantità di vino molto superiore alla produzione, e sta ipotizzando anche l’adulterazione dei vini con prodotti di sintesi. Il sequestro più consistente è avvenuto nella Capitale dove sono state sequestrate circa 40 mila bottiglie del totale nazionale, ma le indagini si sono estese anche a Firenze, Ercolano, Frattamaggiore.

Con la crisi “le frodi nel vino sono raddoppiate”, afferma Coldiretti. “Gli ottimi risultati dell’attività delle forze dell’ordine  – sottolineano gli agricoltori – confermano l’efficacia del sistema di controlli in Italia contro un crimine particolarmente odioso perché si fonda sull’inganno e colpisce soprattutto quanti dispongono di una ridotta capacità di spesa e sono costretti a rivolgersi ad alimenti a basso costo. Occorre comunque distinguere la burocrazia buona che tutela produttori e consumatori da quella cattiva che serve solo a stampare carte dietro le quali si nascondono i troppi furbetti del bicchiere, a danno dei veri produttori. L’opera delle forze dell’ordine – conclude Coldiretti – sarebbe comunque più facile se fosse finalmente applicato lo stop al segreto sui flussi commerciali con l’indicazione delle aziende che importano materie prime dall’estero.”